Non c’è alternativa alla convergenza

Per un patto di mutuo soccorso – Gkn, un appello per il 17 novembre e anche oltre

Mentre si prepara la giornata “Sarà festa o rabbia” del 17 novembre a Firenze, lanciamo questo che è un appello di solidarietà alla lotta ex Gkn. Ma non è solo questo.

Diciamola così: la solidarietà a una lotta operaia contro delocalizzazione, licenziamenti e impoverimento dovrebbe essere un dovere elementare. Tanto più se stiamo parlando dell’assemblea operaia permanente più lunga della storia del movimento operaio italiano, assediata da ogni lato sul piano politico e logorata dalla mancanza di stipendi. Un dovere elementare che non sempre può essere dato per scontato, visto il grado di frantumazione che attraversa le forze della sinistra radicale, sociali e sindacali del nostro paese. Ribadirlo, quindi, non è ridondante.

Tuttavia, crediamo si tratti di andare oltre questo dovere elementare. La domanda che ci poniamo, che poniamo, ancora una volta: possiamo permetterci una sconfitta alla ex Gkn? Possiamo lasciare il compito di una vittoria – o anche di decidere per la sconfitta – tutta sulle spalle di una comunità operaia che, nel logoramento dell’assedio, non può che assottigliarsi e finire inevitabilmente per cedere? Sul fronte sindacale, ad esempio, ha senso privilegiare i propri piccoli o grandi apparati sindacali rispetto al supporto di una lotta e di luoghi decisionali unitari, a partire dalle assemblee di lavoratori e lavoratrici e di istanze elettive democratiche dal basso?

Il capitale non sta lasciando e non lascerà niente di intentato. Di fatto ha azzerato qualsiasi diritto sindacale e democratico in quella fabbrica. Anche per loro la ex Gkn è un laboratorio. Smontarglierlo, farli rimbalzare, sarebbe necessario anche solo per le lotte che verranno.

Eppure anche questo piano di considerazioni rimane insufficiente. Le organizzazioni firmatarie di questo appello, le singole e i singoli, non si considerano solo solidali verso quella lotta. Si considerano complici, coinvolte, sorelle e partecipi della sua traiettoria.

Se la lotta ex Gkn ha visto inevitabilmente indebolirsi la propria fase propulsiva, ha dall’altro lato visto rafforzarsi la propria capacità progettuale. La lotta ai licenziamenti nel tempo non può essere semplicemente il prolungamento di se stessa. Per resistere un giorno hai bisogno di rabbia, per resistere mesi di orgoglio e determinazione. Per resistere anni hai bisogno di un progetto. Gli operai ex Gkn sono stati costretti, loro malgrado, a traslare la lotta dal semplice rifiuto dei licenziamenti all’idea della fabbrica socialmente integrata. Dover “sopravvivere” qui e ora, rispondere subito al vuoto lasciato volutamente dal capitale, li ha costretti a uno scarto di elaborazione nell’applicazione di concetti come intervento pubblico, transizione ecologica, mutualismo, struttura del controllo operaio e sociale.

Il loro “qui e ora” non significa che nutrano illusioni sul fatto che simili idee siano applicabili nella cornice di questo sistema. Significa che rispondono all’attacco che il sistema porta, producendo un’idea concreta che rafforza la lotta. La forza di poter dire che un’altra fabbrica, un’altra vita, un’altra produzione, perfino un altro genere di relazioni umane, sarebbero difficili ma possibili già oggi con i mezzi a disposizione, evidenzia ancora di più come sia la cornice di sistema a impedire l’obiettivo.

Noi pensiamo che un simile laboratorio non esista in questo paese in nessun altro luogo. E che più viene lasciato alle sole forze del collettivo operaio, più è destinato a essere un laboratorio asfittico, sotto assedio, costretto a vivere solo di pesanti necessità. Come ha ripetuto la vertenza più volte: siamo in sala operatoria, con una grave emorragia, ci curiamo da soli e dobbiamo pensare anche a ciò che faremo da grandi.

Ci sentiamo quindi di ribadire questi concetti:

La solidarietà in termini di partecipazione ai grossi eventi della ex Gkn rimane un dovere stringente. Ma la partecipazione in termini di risorse, competenze, attenzione politica e sindacale, lo è altrettanto;

La lotta ha chiesto più volte: diteci dove stiamo sbagliando. Ha messo “in piazza” le proprie scelte, permesso che diventassero un laboratorio, un dibattito. Non possiamo non cogliere questa possibilità, quella cioè di avere un laboratorio di discussione dove la convergenza si misuri con il presente e con il progetto;

Il progetto che la ex Gkn è stata costretta ad accennare, sotto un pesante stato di necessità e di forze risicate, riguarda almeno tre fondamentali aspetti che vanno tenuti saldamente uniti e formano in embrione le parti di questo possibile progetto:

– la congiuntura tra movimenti (climatico, sociale, sindacale, transfemminista, contro la guerra ecc.);

– il mutualismo conflittuale come risposta al crollo del tessuto sociale del paese e come leva di aiuto allo sviluppo della coscienza di classe;

– la rivendicazione dell’intervento pubblico per la transizione ecologica sotto controllo operaio e sociale, come alternativa politica all’imperante liberismo, per una proposta che sia maggioritaria nella società.

Non solo riteniamo che questo spiraglio vada tenuto aperto con tutte le nostre forze, ma anche che dovremmo ragionare tutte e tutti di come evitare che un simile patrimonio vada disperso. Faremo di tutto perché questo non avvenga.

La fabbrica socialmente integrata non è un punto di arrivo, ma uno strumento di lotta. Chi oggi rimane silente su questo, dovrebbe almeno entrare nel dibattito su come pensa che delocalizzazioni e licenziamenti possano essere sconfitti.

Il sistema generalmente inteso – nelle sue mille facce (economica, politica, istituzionale, giuridica ecc.) – è perfettamente consapevole dell’esempio che rappresenterebbe uno sbocco anche solo momentaneamente vittorioso di questa lotta. Il pericolo è che questo non sia invece capito da noi.

Noi, in breve, riteniamo che a questa convergenza non ci sia alternativa, che fuori da questa convergenza e da un laboratorio su questi temi non ci sia capacità di ribaltamento dei rapporti di forza. E di conseguenza non ci sia alternativa alla catastrofe di questo sistema.

Questa convergenza deve continuare nel rafforzamento della vertenza, nel difenderla a fianco della ex Gkn. Costruendo la giornata del 17 novembre sappiamo bene una cosa: se la ex Gkn dovesse cadere, mantenere viva una simile progettualità sarà molto più difficile.

Ma sarà comunque un compito che dovremo darci. Per questo vogliamo cominciare a discutere di come costruire questo “laboratorio”, non certo una soggettività partitica, ma un Patto di Mutuo Soccorso tra realtà sorelle, singoli e singole, associazioni e collettivi, che intendono ritrovarsi attorno ai tre punti qualificanti (convergenza, mutualismo, intervento pubblico) in una prospettiva di trasformazione sociale ed ecologica e in un percorso di lotta che faccia oggi della vertenza Gkn un’esperienza esemplare per animare mille altre lotte.

Discuteremo insieme su come arrivare a un incontro nazionale per discuterne, un incontro che sarà parte della stessa lotta.

SOMS Insorgiamo, Collettivo Controtempo Roma, Comunet – Officine Corsare Torino, Edizioni Alegre, Autogestione in Movimento – Fuorimercato, Mondeggi Bene Comune
Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

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