Le associazioni
PASSE PASSE ASD
Circo è arte, movimento, coraggio, divertimento…circo è felicità! Il circo è un’attività sportiva,
sociale, culturale ed artistica particolarmente ricca in quanto permette a tutti di sviluppare equilibrio, coordinazione, concentrazione, espressività, collaborazione, stima e rispetto di sé stessi e degli altri. Passe-Passe è un’associazione sportiva dilettantistica nata dalla volontà di un gruppo di genitori con lo scopo di dare uno spazio di crescita attivo, creativo e sociale a bambini ed adolescenti, che off ra loro un aiuto e un sostegno per scoprire le proprie capacità individuali e per imparare a valorizzarle in un costante confronto con l’altro. Uno spazio che offre una collettività nella quale si sentono protetti e permetta di vivere rapporti stabili anche in tempi di crisi. Passe-Passe promuove e favorisce l’incontro di persone provenienti da contesti sociali e culturali diversi.
L’associazione opera proponendo un offerta motoria, creativa ed artistica tramite corsi di circo, spettacoli, seminari, campi estivi, tournée estive, residenza d’artista, scambi e collaborazioni con altre associazioni nazionali ed internazionali Nei nostri corsi si impara le tecniche circensi, giocoleria con palline, clave, cerchi ed altro; equilibrismo su fi lo, sfera, trampoli e monociclo; clown, teatro e movimento; acrobatica a terra anche con AirTrack, PoleDance; acrobatica aerea con trapezio e tessuto. Dal a.s 2022-23 è partita la Passe-Passe-Band, corso di musica dal vivo per lo spettaclo. A tutti partecipanti proponiamo di esibirsi al saggio annuale, ma l’associazione propone anche ai più appassionati, il progetto “primi passi in tournée” il quale consiste nella creazione di uno spettacolo nuovo con l’aiuto di professionisti e delle famiglie, il quale viene poi presentato in varie manifestazioni sul territorio fiorentino. Di seguito anche una tournée estiva in Italia e/o all’estero, occasione privilegiata per vedere spettacoli e condividere la stessa passione con coetanei di culture o lingue diverse. Per realizzare tutto questo, Passe-Passe aff ida le proprie attività ad una équipe di professionisti della pedagogia, artisti, giovani istruttori sotto la direzione di Julien Morot, educatore, artista e regista con una significante esperienza di collaborazioni in Italia ed in Europa. Inoltre, stiamo lavorando su una rete di professionisti esterni, dallo psicomotricista alla psicologa per creare un team intorno il quale ci permette di agire con grande fl essibilità e professionalità per approfondire e migliorare.
Sosteniamo bambini e adolescenti nel trovare le loro capacità individuali, e di implementarle.
Offriamo lo spazio per sperimentare i propri limiti e sfi darli, e trovare un equilibrio. Stiamo attenti alle possibilità e competenze e rispettiamo il ritmo di progresso di ogni singolo partecipante. Valorizziamo le qualità di ciascuno evitando di lavorare in uno spirito di competizione, ma creando un’atmosfera di rispetto reciproco e di solidarietà. Le offerte sportive, e le altre che facciamo, aiutano a sviluppare le competenze: movimento – coordinazione, equilibrio, agilità, flessibilità
artistico – teatro, espressione, presentazione al pubblico, riconoscere l’arte in ogni sua forma sociale – lavoro in gruppo, rispetto, spirito di collaborazione emozionale – autostima, superare le paure, resistenza, diversità autonomia – responsabilità per se stessi e gli altri, prendere in mano lapropria vita, porsi domande, mettersi in discussione Ci piace fare scoprire ai bambini le varie discipline nella loro diversità e col passare del tempo permettere ad ognuno di scegliere la propria
specialità. I più grandi vengono incoraggiati a trasmettere le loro conoscenze ai più piccoli. Non è necessario avere particolari doti sportive, siamo aperti a tutte le persone che sono interessate e motivate a mettersi in gioco. Fondamentali per noi sono gli scambi con altre scuole di circo.
Incontrare bambini e adolescenti di altre realtà, altri paesi, altri abitudini apre la mente, stimola la curiosità e permette ai ragazzi di scambiarsi le loro idee e imparare a collaborare per ottenere un risultato comune. La sede principale dei corsi si trova al CRC Antella dove nel a.s.2021/22 Passe-Passe occupa tre pomeriggi la settimana con circa 120 presenze per i corsi
pluridisciplinari e specializzati per ragazzi dai 4-18 anni, inoltre due gruppi del progetto di creazione “Primi passi…in tournée”, ed il circo in francese una volta al mese. Da gennaio 2022 è stato aperto anche un pomeriggio allo chapiteau InStabile (ponte Varlungo) con corsi per età 4-12 anni, un corso di verticali ed uno di acrobatica per adulti, nonché un corso di maschere della commedia dell’arte con in tutto circa 45 presenze, ampliato quest’anno da un secondo giorno con altre 20
presenze. Al momento, tutte le nostre attività vengono finanziate esclusivamente dalle rette pagate dalle le famiglie. Forte delle varie competenze e della professionalità dei suoi collaboratori, e di 15 anni di esperienze e partenariati nel campo socio-educativo e culturale in Italia ed Europa, Passe-Passe si sta preparando a nuovi progetti per bambini, ragazzi e pure le loro famiglie. Oltre al progetto “Primi Passi in Tournée…”rivolto ai bambini 9-14 anni, stiamo sviluppando nuovi progetti e partenariati per percorsi di crescita ed inclusione da realizzare in tempi medio-brevi.
1. Circo Speciale e Circo in Famiglia
percorsi di imparare con gli altri e creatività Intergenerazionale per tutti
2. Circo e Cavalli per adolescenti
creare uno spettacolo pluridisciplinare con tournée itinerante nei paesi circostanti
3. Artista per un Giorno
dedicato a giovani artisti italiani, anche maggiorenni, in collaborazione con professionisti per conoscere meglio il mondo professionale attraverso una creazione collettiva
4. Liceo sportivo in collaborazione con liceo presente sul territorio
Classe Preparatoria alle scuole superiori circensi italiane ed europee
5. Residenza d’artista
per incrementare gli scambi con il mondo professionale per i ragazzi e le famiglie, creare un punto di aggregazione, espressione e partenariato nel territorio fiorentino
6. Arte e Mestieri
partenariato con professionisti dello spettacolo Eco Chapiteaux
7. AgriCirco
uno spazio per realizzare tutti questi progetti e di formazione per crescere insieme
ANANDALANDIA ASSOCIAZIONE CULTURALE
L’Associazione Anandalandia nasce nel 2017 grazie ad una felice collaborazione di professionisti nel campo della salute e altre figure di varia professionalità, accomunate dall’interesse per l’ambiente naturale, animale e vegetale, come mezzo favorente i processi di “guarigione” e di crescita.
Infatti, l’associazione si propone lo scopo di consentire la crescita personale dell’individuo dal punto di vista del benessere psicofisico, fisico, emozionale, mentale e spirituale in connessione ai ritmi ed alle leggi della natura. L’Associazione, registrata come Associazione Culturale nel 2022, è diretta da un consiglio di 5 membri, soci fondatori ed è presieduta da Francesca Toscani. La sede dell’Associazione si trova nel comune di Barberino di Mugello, Fattoria di Pietreto, in via delle Bandite, 48, loc. Montecarelli. Il nostro scopo è riuscire ad aiutare a costruire uno stile di vita naturale, ritrovando quella strada che ci riporta al luogo da dove siamo partiti e dove siamo da sempre, osservando la Natura nei suoi vari aspetti e manifestazioni perché crediamo che essa offra opportunità evolutive e di crescita personale. Riconnettersi alla Natura per ritrovarla dentro sé stessi,
prevede: un processo sensoriale/ esperienziale, che permetta il sentirla/percepirla attraverso i sensi e le emozioni più profonde, un processo mentale/conoscitivo, che con la conoscenza delle
sue leggi e l’osservazione di queste, ci permetta di riconoscerle all’interno di noi, sia come gruppi
sia come individui. In questo percorso, la riscoperta di appartenere a un Tutto che ci contempla e accoglie come Sua parte integrante, ci fa sentire/comprendere che la Natura siamo noi e noi siamo la Natura, in un’intima e vitale continuità. Pensiero, Corpo ed Emozioni finalmente dialogano. Partendo dalla Natura, viaggiando attraverso e nella Natura, arriviamo alla Natura, ossia a ciò che di naturale, puro, essenziale è dentro di noi e di cui scopriamo di far parte. Tutto questo
crea un’armonizzazione e una serenità profonda che sono alla base della riuscita delle relazioni e
dell’integrazione tra diversità, non solo tra specie diverse ma anche tra persone, portando come valori la conoscenza e la tolleranza delle diversità senza arrivare ad intaccare mai i nostri principi base e il rispetto della vita in tutte le sue manifestazioni. Vogliamo perseguire la nostra visione, implementando diverse attività tutte centrate sulla Natura come Madre dalla quale rinascere e
ritrovarsi. Per questo l’ambiente in cui vogliamo lavorare è quello naturale Ogni attività contiene una traccia, seguendo la quale si arriva alla natura nelle sue più diverse manifestazioni; lavorando a fondo in ogni singola attività la Natura, percepita e poi sperimentata, quindi riconosciuta, ci fa sentire parte di essa. Le nostre attività sono progettate nell’ottica di:
1. realizzare iniziative di divulgazione, conoscenza e pratica nel campo della promozione della salute, intesa come stato di benessere fisico, psicologico, culturale e sociale, del benessere integrale della persona, di corretti stili di vita, del giusto rapporto con la natura, nonché dell’evoluzione spirituale per favorire la crescita della persona nella sua interezza e in generale della società;
2. promuovere quelle discipline, pratiche sportive, attività manuali, conoscenze che consentano all’individuo sia con disabilità che normodotato di raggiungere uno stato di benessere e di maggiore consapevolezza sia a livello individuale che come soggetto in rapporto alla collettività;
3. organizzare conferenze, manifestazioni, corsi e seminari, sessioni individuali e di gruppo, congressi, convegni, eventi musicali e teatrali, viaggi, escursioni a piedi, in mountain bike, a cavallo, corsi di arti marziali, corsi di danza ed altre attività fisiche a contatto con la natura nonché ogni altra iniziativa utile al raggiungimento dei propri scopi;
4. organizzare centri estivi residenziali,
5. organizzare centri estivi residenziali,
6. organizzare ed allestire corsi di cucina, di botanica, di fitoterapia, di manipolazione della creta, di fotografia, di insegnamento di vecchi mestieri (come a solo scopo esemplificativo la legatoria, la cesteria, il ricamo, la composizione di fiori secchi, la falegnameria, l’intarsio, il restauro, la liuteria), di pittura, di teatro, corsi di medicina naturale,
7. organizzare percorsi di psicoterapia di gruppo,
8. organizzare attività che portino gli associati a contatto con gli animali domestici e selvatici nella ferma consapevolezza che essi inducano un generale senso di benessere favorendo la salute psicofisica delle persone e dispieghino effetti benefici nelle situazioni di disabilità, mediante, a mero scopo esemplificativo: l’organizzazione di giornate dedicate ad attività collegate alla ornitologia,
le attività di addestramento per cani e di formazione per educatori cinofili, l’accoglienza di cani in stallo, l’allestimento di sportelli veterinari;
9. di dedicare un’attenzione ed uno sforzo preminente alle persone con disabilità, sia fisica che mentale, contribuendo affinché queste possano acquisire sicurezza, sentirsi socialmente inserite e partecipi alla vita della Comunità. Le nostre attività sono relative ai seguenti ambiti: – animali, arte, cure mediche, attività per bambini, spiritualità, alimentazione, coltivazione della terra, attività motorie – e sono rivolte a persone adulte che desiderino riconnettersi al mondo naturale; a bam-
bini e adolescenti; a persone con disabilità; a persone con disagi psichici o psicologici.
CENTRO STORICO LEBOWSKI
La Società Cooperativa Sportiva Dilettantistica (SCSD) Centro Storico Lebowski (CSL) nasce e si
sviluppa con l’obiettivo di affiancare alla tradizionale attività agonistica percorsi rivolti all’educa-
zione e integrazione dei giovani con disagio sociale ed economico attraverso lo sport, associando
l’impegno sociale all’attività calcistica, marcando in questo modo le distanze dalle altre società
calcistiche più fortemente orientate a logiche di risultato, competizione e di mercato.
Il CSL è nato nel 2010 come USD Centro Storico Lebowski dall’iniziativa di alcuni/e ultras che,
alcuni anni prima, aveva deciso di supportare una squadra di terza categoria fiorentina, l’A.C. Le-
bowski, che aveva la particolarità di perdere tutte le partite organizzandone la tifoseria. Il Club è
stato fondato con la volontà specifica di creare il primo grande esperimento in Italia di azionariato
popolare calcistico, cioè il primo club la cui proprietà fosse effettivamente collettiva, orizzontale,
non scalabile. Per questo motivo, fin dall’inizio è stato scelto un modello organizzativo in cui non
fosse “uno” a dare “tutto”, ma fossero in “molti” a dare quel “poco” che potevano. Il CSL si con-
figura infatti quale spazio di socialità accessibile a tutti, contro ogni discriminazione di genere,
provenienza e disponibilità economica, proponendo un modello di “sport integrale”, dove l’attività
sportiva si abbina all’attività di governance partecipata della società, alla partecipazione alle at-
tività di socialità e alla gestione di attività imprenditoriali di autofinanziamento. Dal 2018 il CSL è
una cooperativa che, ad oggi, conta oltre 1800 soci e socie.
La membership del CSL si può definire come il più grande esperimento di azionariato popolare
che sia mai stato tentato nel calcio italiano, una sfida lanciata con la sua costituzione che ha tro-
vato particolare forza come sistema di resilienza alla crisi economica conseguente la pandemia
che ha travolto il mondo del calcio dilettantistico. Le attività sportive della cooperativa vengono
portate avanti mediante una campagna annuale di finanziamento presso i soci e le socie della
cooperativa. I giocatori, le giocatrici e lo staff partecipano al progetto in cambio di rimborsi spese
anziché compensi contribuendo significativamente alla sostenibilità del bilancio. Oltre a questo,
gioca un ruolo importante una costante attività di autofinanziamento che avviene mediante: pro-
duzione e vendita di gadget, crowdfunding per la realizzazione di progetti specifici e soprattutto
l’organizzazione di attività ludiche e momenti di socializzazione.
Dalla sua fondazione ad oggi il CSL ha creato e gestisce 6 squadre:
– una squadra di dilettanti maschile che attualmente gioca in Promozione
– una squadra femminile che milita in Eccellenza
Femminile Regionale
– una squadra juniores under 19 che milita nel Campionato Provinciale
– una squadra di calcio a 5 che milita nella Serie C2
– una squadra amatoriale maschile di Calcio a 11
– una squadra amatoriale femminile di Calcio a 5.
Come Società Cooperativa Sportiva Dilettantistica Centro Storico Lebowski organizziamo attività sportiva di base per bambini e bambine dal 2010. Nel 2015 abbiamo aperto una vera e propria scuola calcio affiliata alla FIGC in un luogo insolito: un piccolo giardino pubblico, il Giardino dell’Ardiglione, nel quartiere di San Frediano, a
Firenze. La scuola calcio non è iniziata semplicemente per “fare calcio”, ma per sostenere una lotta dei residenti del quartiere contro il tentativo di impadronirsi dello spazio da parte di una holding immobiliare per scopi privati. Il “calcio educativo” ci sembrò un modo diretto ed efficace per segnare una forte presenza e la comunità locale incoraggiò il nostro intervento. Cominciammo una
volta a settimana, il mercoledì. Portammo casacche e palloni, che appoggiavamo in una stanzina umida. Il manto, come adesso, era in cemento con vistose crepe; le reti di recinzione erano bucate ovunque; non vi era nessuna illuminazione se non i lampioni tondi che portavano luce ai vialetti e i neon sulla facciata del centro giovani, che si spengevano di colpo non appena il servizio chiudeva, mentre eravamo ancora in campo. La dozzina di bambini con cui partimmo aveva un’età molto
differente, e la gran parte di loro non frequentava altre scuole calcio per le difficoltà economiche e soprattutto logistiche dei genitori, alcuni di loro erano stati “respinti” per indisciplina e scarse doti sportive. Venivano al giardino per scorrazzare liberi, per tirare pallonate e giocare partite infinite di mundialito. Noi non abbiamo cercato di combattere contro questo scenario “selvaggio”. Ci siamo immersi in esso, giocando con loro. Pian piano, con questo metodo, abbiamo costruito una scuola calcio che oggi conta 221 bambini e bambine.
Il cuore del progetto è stato fin dall’inizio il diritto al gioco, alla salute, alla socialità. La diseguaglianza si manifesta in forme molteplici. Certamente, di natura economica: le nostre attività, dunque, sono state sempre gratuite. Poi di natura logistica: viene così posta molta attenzione alle esigenze di orari di ogni singola famiglia, cercando di organizzare i trasporti in modo solidale
e di stimolare la confidenza tra le famiglie in modo che questi scambi siano sempre più naturali.
Infine, uno dei maggiori ostacoli all’accessibilità è di tipo emotivo. Il problema della dispersione sportiva, dell’abbandono precoce dell’attività motoria, spesso nasce per l’assenza di gratificazioni e sicurezze che bambini e bambine ricevono nel gioco. Sentirsi goffi, avere la percezione di non migliorare, andare incontro a una totale assenza di risultati, essere oggetto di derisione, non sentirsi accettati dal gruppo, non essere sostenuti dalla famiglia: sono tutte occasioni di frustrazione che se reiterate possono produrre un precoce rifiuto per l’attività sportiva. Nel tempo, osservando le dinamiche in cui siamo coinvolti, ci siamo resi conto che l’accessibilità emotiva deve essere il
primo obiettivo per chi propone attività sportiva di base. Questa accessibilità emotiva, in un gioco di movimento sfrenato come il calcio, ha anche una forte connotazione di genere. L’esperienza di osservare le bambine che provano a giocare a calcio nei loro entusiasmi e nelle loro difficoltà ci ha permesso di registrare con massima chiarezza come l’ordine sociale, le gerarchie, gli stereotipi, si inscrivano ben profondamente nei corpi. Tutto cospira per neutralizzare l’esuberanza e il protagonismo fisico delle bambine; tutto si muove per eliminare la dimensione della forza fisica, della
sfrenatezza, dell’eccesso, dalla loro traiettoria. Vedere tante bambine con grandi qualità motorie che si autoescludono dal gioco, che si ritirano sulla fascia laterale senza chiamare la palla, che se ne liberano il più velocemente possibile quando la ricevono, che non sgomitano, non allargano le braccia, non usano il proprio corpo per difendere la palla, apre una questione che pone tante domande in chi sta provando a usare lo sport come momento di emancipazione collettiva.
C’è un gigantesco macigno davanti al sentiero che porta una bambina a giocare con soddisfazione a calcio o ad altri sport fondati sul movimento libero e sull’uso della forza. Mentre gran parte dei coetanei maschi viene oltremodo incoraggiato a intraprendere e persistere in un percorso calcistico, al di là dei suoi talenti e delle sue inclinazioni, una bambina per giocare a calcio con
qualità e continuità deve possedere quattro importanti prerequisiti:
1. Deve avere attitudine e abitudine al gioco di movimento, questione non affatto scontata dal momento che il gesto sfrenato, l’esuberanza, la presa di protagonismo nello spazio, la forza di una bambina viene spesso, consapevolmente o inconsapevolmente, socialmente non incoraggiata;
2. Deve essere particolarmente dotata nel gioco del calcio, perché deve probabilmente recuperare un grosso gap di ore di gioco libero e deve affermare la legittimità della propria presenza in un modo ben più marcato di un coetaneo;
3. Deve accettare di passare una parte importante del suo tempo libero in un contesto unicamente maschile, dovendo inoltre condividere solo in piccola parte la socializzazione da spogliatoio tanto importante in un percorso di crescita;
4. Deve avere una famiglia che la incoraggia o che almeno non la boicotta.
Basta l’assenza di uno solo di questi quattro prerequisiti e una bambina con tutta probabilità non giocherà a calcio anche se lo desidera. Per creare una scuola calcio che fosse anche a misura di bambina abbiamo quindi provato a dare forma a un ambiente che decostruisse progressivamente le quattro facce di questo macigno. Non ci siamo limitati a studiare le dinamiche di oppressione ma ci siamo prefissi di sperimentare le trasformazioni necessarie a rendere più accogliente e li-
bero il contesto. Si tratta di creare uno scenario in grado di veicolare nella comunità esempi differenti: dare “role models” alle bambine, ai bambini e ai genitori; pensare metodologie di gioco che non mortifichino ma che, al contrario, creino l’entusiasmo necessario a recuperare le ore di gioco perse e a sperimentare una fisicità più libera; mettere a verifica, al fine di modificare lentamente,
una serie di stereotipi e automatismi che hanno i genitori come le istruttrici e gli istruttori; condividere questo programma con le scuole del quartiere, cercando sinergie con gli insegnanti; dosare con attenzione i momenti in cui le bambine giocano tra loro, sperimentandosi con maggiore libertà, con i momenti in cui giocano miste, producendo esperienze di corpo a corpo in grado di generare una vera e propria “educazione sentimentale” diffusa. Questo corpo a corpo maschile/femminile che si svolge dentro una cornice ludica e di cooperazione, dove è richiesto di aiutarsi
e di sfidarsi mettendo in gioco la propria fisicità, da una parte contribuisce a destrutturare nei bambini un modo stereotipato di guardare al corpo femminile e, dall’altra, produce nelle bambine un’esperienza di consapevolezza della propria forza e del proprio protagonismo, potenziando la capacità di valorizzare sé stesse e le proprie scelte anche se poco in linea con le aspettative di
genere. Il “ballo scatenato” – Un’esperienza che si è rivelata fondamentale per cogliere l’enorme peso della componente emozionale nel determinare un percorso di apprendimento felice è stata la scelta di dedicare uno spazio dell’allenamento alla danza, in modo da coinvolgere tutti i bambini e le bambine della scuola calcio in un’attività che spesso viene vissuta agli antipodi rispetto al calcio. Proporre dei momenti di danza in un allenamento calcistico permettere di mettere in crisi gli
stereotipi di genere inscritti nelle menti di bambini e genitori, che producono un peso così forte che porta già a 5-6 anni vergogna nel manifestare gioia di ballare in gruppo, rigidità fisiche legate al pudore, a derisioni, fino a blocchi dei più sensibili nell’esecuzione di un movimento. Uno strumento sempre più importante nell’attività è diventato il gioco: scherzare, esagerare, ridicolizzare atteggiamenti, sentimenti, azioni e qualità, ha aiutato tutti a uscire da possibili criticità, sbloccare
resistenze e vincere le difficoltà. Le passeggiate e le improvvisazioni in cui bambine e bambini erano stimolati a ricercare forme, a dare corpo alle proprie espressività, diventavano più accessibili se i contenuti si avvicinavano, fino a coincidere, con dei giochi e dei travestimenti.
L’esperienza delle prime bambine e quella della danza ci hanno permesso di capire con grande chiarezza, una questione che coinvolge ogni bambino e bambina impegnato nel gioco collettivo, anche se spesso con un dinamismo che può essere più sottile, quasi invisibile: il ruolo delle emozioni nel determinare l’immersione nel gioco, nel gruppo, nel processo formativo.
Il tema della gratificazione nel movimento e nel gioco si è posto come il principale motivo di preoccupazione per ogni istruttrice o istruttore. Abbiamo allora cercato delle soluzioni per aumentare le occasioni di gratificazione e l’esperienza di successo di bambini e bambine. Sperimentando, ci siamo accorti che proporre diversi sport fosse il miglior modo per produrre divertimento e soddisfazione nei bambini e nelle bambine, perché ogni bambino e ogni bambina ha i propri talenti e i propri limiti e ogni disciplina produce delle gerarchie di abilità interne a un gruppo.
Abbiamo così trasformato la nostra scuola calcio in un percorso polisportivo. Tutte le nostre annate hanno iniziato a sperimentare altre discipline oltre al calcio. Abbiamo cominciato con la danza e poi abbiamo coinvolto un preparatore atletico e una istruttrice di atletica leggera per lavorare sulle capacità condizionali. Oggi bambine e bambini provano scatti, balzi, lanci dentro la cornice ludica offerta dalle discipline dell’atletica; approcciano il rugby, che permette di sperimentare un modo diverso di pensare al contatto fisico, e la lotta libera, che mette a tema altri aspetti della
forza e del confronto con altri corpi, oltre a creare familiarità con movimenti acrobatici come la capriola e le cadute; si mettono alla prova nel nuoto e nel canottaggio. La “scuola di sport” è così stata messa a tema come la costruzione collettiva di un’accessibilità emotiva che combatta la dispersione sportiva e rafforzi i legami sociali. L’obiettivo è creare un contesto educativo e ludico capace di stimolare l’intera comunità a ripensare i ruoli di genere, le emozioni e i corpi alle prese con le asimmetrie di opportunità.insolito: un piccolo giardino pubblico, il Giardino dell’Ardiglione, nel quartiere di San Frediano, a Firenze. La scuola calcio non è iniziata semplicemente per “fare calcio”, ma per sostenere una lotta dei residenti del quartiere contro il tentativo di impadronirsi dello spazio da parte di una holding immobiliare per scopi privati. Il “calcio educativo” ci sembrò un modo diretto ed efficace per segnare una forte presenza e la comunità locale incoraggiò il nostro intervento. Cominciammo una volta a settimana, il mercoledì. Portammo casacche e palloni, che appoggiavamo in una stanzina umida. Il manto, come adesso, era in cemento con vistose crepe; le reti di recinzione erano bucate ovunque; non vi era nessuna illuminazione se non i lampioni tondi che portavano luce ai vialetti e i neon sulla facciata del centro giovani, che si spengevano di colpo non appena il servizio chiudeva, mentre eravamo ancora in campo. La dozzina di bambini con cui partimmo aveva un’età molto differente, e la gran parte di loro non frequentava altre scuole calcio per le difficoltà economiche e soprattutto logistiche dei genitori, alcuni di loro erano stati “respinti” per indisciplina e scarse doti sportive. Venivano al giardino per scorrazzare liberi, per tirare pallonate e giocare partite infinite di mundialito. Noi non abbiamo cercato di combattere contro questo scenario “selvaggio”. Ci siamo immersi in esso, giocando con loro. Pian piano, con
questo metodo, abbiamo costruito una scuola calcio che oggi conta 221 bambini e bambine.
portate avanti mediante una campagna annuale di finanziamento presso i soci e le socie della cooperativa. I giocatori, le giocatrici e lo staff partecipano al progetto in cambio di rimborsi spese anziché compensi contribuendo significativamente alla sostenibilità del bilancio. Oltre a questo, gioca un ruolo importante una costante attività di autofinanziamento che avviene mediante: produzione e vendita di gadget, crowdfunding per la realizzazione di progetti specifici e soprattutto
l’organizzazione di attività ludiche e momenti di socializzazione.
Lofoio
Lofoio è un’organizzazione indipendente attiva a Firenze dal 2014. L’Associazione si ispira all’esperienza internazionale dei fablab e al movimento dei maker. Condivide attrezzi in un laboratorio accogliente, installato in un ex fondo artigianale. Arredi e impianti sono costruiti e manutenuti da chi li usa. Hobbisti, artisti, creativi, professionisti, artigiani di ogni età e provenienza condividono strumenti e competenze fra di sé, insieme all’atteggiamento da eterni principianti e la voglia di
giocare. Attraverso la formazione non formale e lo scambio libero delle competenze, favorisce il primo approccio – o il riavvicinamento – al mondo del lavoro. Attraverso il lavoro manuale e l’autocostruzione inverte il processo di alienazione dell’individuo quando viene separato dalla conseguenza delle proprie azioni. Permette a persone di ogni età di tornare a sbagliare, crede nell’errore come percorso di scoperta, pratica la formazione continua come diritto della persona. Lofoio
abilita le persone a usare le attrezzature, a fare amicizia con la tecnologia, a risolvere problemi pratici. Aff ianca esperti che vogliono condividere tecniche ed esperienza. Sposa tradizione e innovazione. Lofoio difende i diritti dei lavoratori e opera con consapevolezza degli impatti sociali e ambientali di ogni processo produttivo.
– disponibile a richiesta
– residenze maker
– tirocini
• fai da te
• prototipazioni
• avvicinamento al lavoro
• riparazione
• formazione non formale
• laboratori all’aperto
• networking fra creativi
• networking fra laboratori
• Lavorazione Ferro
• Postazione Elettrotecnica
• Stampa 3D
• Tessitura
• Sartoria
• Taglio Laser
• Meccanica
• Manifattura Digitale
• Riparazioni
• Media
• Stampa su Tessuto
• Produzione Stampi
Fondata a inizio 2014 a Firenze, quartiere Oltrarno.
Soci attivi: 250+
APS MONDEGGI BENE COMUNE
Il comitato Terra Bene Comune Firenze ha iniziato la sua attività nel Luglio del 2012, in seguito alla decisione del governo Monti di autorizzare la svendita di terreni appartenenti al demanio pubblico, usando come pretesto il risanamento del debito nazionale. La richiesta, tesa a ribaltare la narrazione istituzionale, era la messa a disposizione di quegli stessi terreni pubblici incolti per
progetti agricoli contadini, in un’ottica di accesso alla terra inclusivo e orizzontale.
Dal lavoro di mappatura delle terre pubbliche incolte emerse all’attenzione il caso della fattoria di Mondeggi, situata nel comune di Bagno a Ripoli. Di proprietà della Provincia di Firenze ma gestita da molti anni da una S.R.L. che aveva la stessa Provincia come socio unico, questa enorme proprietà che conta 170 ettari di terreno, numerosi casolari e una villa rinascimentale, si trovava allora in uno stato palese di degrado. Anni di mala gestione avevano provocato la messa in liquidazione
della società, e quindi l’abbandono progressivo della fattoria e dei suoi sistemi colturali; dopo alcuni bandi di affitto andati deserti, la tenuta era di fatto in vendita.
Focalizzatasi a quel punto l’attenzione su Mondeggi, in occasione del raduno nazionale di Genuino Clandestino del Novembre 2013, Terra Bene Comune Firenze avviò la campagna “Mondeggi Bene Comune – Fattoria Senza Padroni”, con la quale propose un progetto di recupero dal basso di tutta la fattoria, attraverso l’attivazione e la partecipazione del territorio circostante, utilizzando
l’agricoltura contadina agro-ecologica come metodo di gestione colturale.
Alle prime iniziative sul posto, tra cui una raccolta delle olive volta a produrre olio da distribuire gratuitamente agli abitanti della zona, si affiancò da subito il dialogo con la Provincia circa il destino della tenuta. A fronte di alcune aperture iniziali, l’interlocuzione si chiuse ben presto di fronte alla volontà granitica di alienare il bene per fare cassa.
Ciò nonostante, le attività del Comitato proseguirono, con la stesura e l’approvazione della Carta dei Principi e degli Intenti e con l’organizzazione di una serie incontri nel territorio e di eventi ricreativi nell’area della fattoria, per riportare le persone a vivere Mondeggi e per sensibilizzare circa il suo futuro e la sua importanza per la collettività. Tutti gli eventi organizzati dal Comitato
riscossero un interesse e una partecipazione ben oltre le aspettative, a conferma che le istanze avanzate dal Comitato incarnavano buona parte del sentire collettivo.
All’inizio della primavera del 2014 il Comitato diede vita a un orto collettivo nella zona di Cuculia, ex centro direttivo dell’azienda. Ciò intensificò la presenza nell’area della fattoria, oltre ad un progressivo approfondimento della conoscenza del luogo e delle condizioni in cui versava. Ciò ha permesso al Comitato di non trovarsi impreparato quando la Provincia confermò in via definitiva la scelta dell’alienazione; la risposta del comitato, a quel punto, fu quella di opporsi fisicamente alla vendita.
Nacque così il presidio contadino permanente, insediatosi alla fine di giugno 2014, durante un evento di tre giorni a cui parteciparono più di un migliaio di persone e che ebbe una vasta eco in tutta Italia e non solo. Il presidio cominciò quindi immediatamente a dare concretezza alla Carta dei principi e degli Intenti, arrestando il degrado di casa Cuculia, ampliando le attività agricole e continuando nell’organizzazione di occasioni di socialità e svago.
Nel corso degli anni la comunità si è allargata andando ad abitare i casolari Conte Ranieri e Rucciano. Parallelamente sono state coltivate sempre più ampie porzioni di territorio e nuove attività agricole hanno preso vita; negli anni, oltre al recupero dei vigneti e delle olivete esistenti, sono stati recuperati parte dei seminativi presenti e sviluppate le attività di apicoltura, erboristeria, birrificazione, panificazione e la coltivazione di zafferano. Oltre a questo, una quantità incalcolabile di iniziative divulgative e culturali sono state organizzate, oppure ospitate in collaborazione con altre realtà. ll 14/11/2022 viene creata L’APS MONDEGGI BENE COMUNE.
La sperimentazione agricola praticata a Mondeggi fonda le proprie basi su un sistema di produzione agricola che – traendo i principi fondamentali dall’ecologia – ne ricalca i criteri trasferendoli al settore agricolo, abbandonando definitivamente l’uso di concimi chimici ed accogliendo – quali regolatori dei sistemi produttivi – pratiche e principi fondati sulla biodiversità, sulla mutualità, sulla sussidiarietà e sulla condivisione dei ruoli energetici. Per tale motivo nei sistemi agroecologici si realizzano modelli produttivi a minimo impatto ambientale, a basso dispendio energetico e ad alta efficienza dei rendimenti di processo.
in quanto unica modalità in grado di entrare in relazione stabile e cooperante con la comunità territoriale direttamente interessata e le sue eventuali richieste e indicazioni. Tale tipologia di gestione è finalizzata al soddisfacimento dei diritti fondamentali degli individui che sono parte attiva dei processi di cura e amministrazione diretta di Mondeggi e tenendo presente che l’autorganizzazione sociale e gli usi collettivi sviluppano sistemi di autonormazione attraverso specifiche forme di uso cura e rigenerazione dei beni comuni; salvaguardandoli per le generazioni future e consentendo a quelle presenti di sperimentare modelli di godimento partecipativi a beneficio dell’intera
collettività. Nell’ottica della gestione di un bene comune, rientrano anche le seguenti attività:
1. alloggio e ogni altra attività di carattere residenziale temporanea diretta a soddisfare bisogni sociali, sanitari, culturali, formativi o lavorativi di chi opera a Mondeggi, avendo come priorità quella di garantire alloggio a chiunque si occuperà materialmente della gestione agroecologica della tenuta
2. agricoltura sociale da organizzarsi in sintonia e sinergia con le altre realtà che operano sulla Tenuta di Mondeggi
3. sostegno a distanza, cessione gratuita di alimenti o prodotti, beni o servizi a sostegno di persone svantaggiate
4. promozione della cultura della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata;
5. radiodiffusione sonora a carattere comunitario;
6. promozione e tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici, nonché dei diritti dei consumatori e degli utenti.
7. promozione delle pari opportunità e delle iniziative di aiuto reciproco, incluse le banche del tempo e i Gruppi di Acquisto Solidali.
MBC promuove un’attività’ agricola finalizzata alla cura della tenuta e produzione di cibo secondo le pratiche dell’agroecologia, fondamentale alla crescita qualitativa della società e al raggiungimento dell’autodeterminazione alimentare, liberando l’agricoltura dalle logiche industriali e del profitto In quest’ottica viene perseguito il diritto di esercitare il lavoro in assenza di dinamiche di alienazione tra lavoratore, attività e prodotto e nell’indipendenza dell’organizzazione delle varie attività con la pratica dell’autogoverno; attraverso le seguenti attività (tra le altre):
1. interventi e servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni ambientali della Tenuta di Mondeggi, basati su una visione olistica e intersistemica dell’ambiente inteso nella sua globalità e conseguentemente un utilizzo armonico e sostenibile delle risorse naturali. Ciò si attuerà attraverso la sperimentazione di nuovi metodi di agricoltura, la coltivazione di nuove specie vegetali, il miglioramento delle qualità genetiche e la ricerca di più appropriati criteri di allevamento, la ricerca di nuovi modelli di autonomia alimentare ed energetica nello spirito dello
sviluppo sostenibile e compatibile con l’ambiente
2. interventi di cura e valorizzazione della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio
3. attività produttive e commerciali svolte nell’ambito della filiera contadina agroecologica sviluppata all’interno della Tenuta di Mondeggi e della rete locale di piccoli produttori, che possano prevedere l’accesso al mercato ed il pagamento di un prezzo equo, garantendo inoltre condizioni di lavoro sicure – nel rispetto delle normative nazionali ed internazionali – in modo da permettere ai lavoratori di condurre un’esistenza libera e dignitosa, attraverso una autogestione responsabile
e trasparente e la creazione di un sistema indipendente e autonomo sul piano decisionale che ne permetta l’emancipazione nel tempo dai circuiti economici dominanti. Ciò anche attraverso lo svolgimento di attività economiche di natura agricola, artigianale e commerciale, svolte in maniera ausiliaria e sussidiaria e comunque finalizzate al raggiungimento degli scopi sociali.
4. organizzazione e gestione di spacci e negozi per la vendita diretta di prodotti agricoli, agroalimentare e non solo. In particolare, vengono promossi:
• l’attività di acquisto collettivo di beni e servizi e di distribuzione degli stessi tra i soci, senza applicazione di alcun ricarico, per sostenere, promuovere e diffondere i principi di un consumo critico, mirato alla scelta di prodotti etici, biologici, eco-compatibili e ponendo come obiettivi il rispetto per la persona umana e per l’ambiente, la tutela della salute e la sostenibilità dello sviluppo;
• il sostegno ai produttori piccoli e locali stabilendo con essi rapporti diretti che garantiscano trasparenza e una equa remunerazione
• promozione di una scuola contadina libera gratuita e autogestita, di attività di formazione culturale anche in collaborazione con altri organismi, di centri di documentazione e autoformazione,
percorsi sperimentali in campo che porti ad un continuo scambio di saperi , manualità e ingegnosità necessarie alla soluzione di problemi contingenti e alla programmazione del futuro.
• attività di formazione e ricerca sull’agroecologia, focalizzate all’elaborazione e l’apprendimento di pratiche utili alle comunità che – partendo dall’uso condiviso del territorio e dall’autodeterminazione alimentare – contribuiscono alla teorizzazione di un nuovo modello sociale;
attraverso la sistematizzazione delle differenti esperienze fatte finora per arrivare ad organizzare un tessuto di relazioni e competenze che permettano alla comunità di autodeterminarsi nel campo della salute del corpo e della mente. Si attuano pratiche di promozione, formazione e riabilitazione di salute che mettono al centro il principio di autodeterminazione personale, dei gruppi e della comunità in linea con paradigma di salute olistica. Tale paradigma si coniuga completamente con
agroecologico, che ha come finalità la tutela della salute dell’ambiente mantenendo l’equilibrio naturale tra sistemi. Le attività saranno orientate alla promozione della salute personale, sociale ed ambientale con attività di formazione e di cura che si rifanno i principi di salute olistica. Queste si possono realizzare nella forma di seminari, laboratori, corsi, sedute individuali di pratiche quali qui-gong, yoga, meditazione, psicologia di comunità.
attraverso l’individuazione di specifiche aree e percorsi dedicati, in modo da coinvolgere l’intera Tenuta di Mondeggi, con opere ed eventi in sintonia e armonia con le altre attività che vi si svolgono; nonchè realizzazione di installazioni artistiche e opere d’arte collegate ai luoghi e agli scopi del progetto.
attraverso la promozione di escursioni guidate, dell’educazione ambientale, della progettazione di percorsi escursionistici e naturalistici, della conoscenza salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente in generale.
MONDEGGI TERRENI AUTOGESTITI Mo.T.A.
Il Mo.T.A. (Mondeggi Terreni Autogestiti) è stato uno dei primi gruppi a costituirsi nel 2014 per il recupero dei terreni agricoli in abbandono della tenuta di Mondeggi.
In particolare, il MoTA (costituito ad oggi da circa 300 volontari) ha curato il recupero dell’intera oliveta della collina di Mondeggi e di zone destinate all’orticoltura, dando negli anni un fondamentale contributo al recupero dal degrado della fattoria di Mondeggi. L’attività del MoTA all’interno della Comunità di Mondeggi è quindi di:
• Recupero e manutenzione dell’oliveta.
• Recupero e manutenzione di una parte di vigneto.
• Organizzazione di corsi di potatura dell’olivo aperti a tutti (all’interno della Scuola Contadina di Mondeggi)
• Sostegno alla comunità e attività di Mondeggi Bene Comune, fattoria senza padroni (di cui il MoTA è parte integrante).
Il MoTA è uno dei gruppi che ha reso possibile il progetto di Mondeggi Bene Comune, fattoria senza padroni. Porta un gruppo di circa 650 volontari esperti nella principale coltivazione presente a Mondeggi (l’olivo), e che ne hanno curato il recupero negli ultimi otto anni.
L’Associazione vuole perseguire le seguenti finalità principali:
1. interventi e servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni ambientali della Tenuta di Mondeggi attraverso l’applicazione di pratiche di agroecologia che implicano l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.
2. interventi di cura e valorizzazione della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio.
3. gestione della Tenuta di Mondeggi come un Bene Comune aperto alla popolazione, attraverso
l’organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività di promozione e diffusione della cultura agroecologica e delle attività di interesse generale.
4. agricoltura sociale da organizzarsi in sintonia con le altre realtà che operano sulla Tenuta di Mondeggi Il Progetto Mondeggi Terreni Autogestiti (Mo.T.A) nasce e si inserisce nel più ampio Progetto Mondeggi Bene Comune (M.B.C.), che promuove l’autogoverno di Mondeggi come bene comune da parte di una comunità diffusa di cittadine e cittadini, nonché la riqualificazione
e valorizzazione a fini sociali del suo paesaggio agrario con tecniche di agricoltura contadina, biologica, di prossimità.
Il Progetto Mo.T.A. – quindi – aderisce completamente alla filosofia e ai contenuti sia della “Carta dei Principi e degli Intenti” che della “Dichiarazione di Gestione Civica di un Bene Comune” fondative della Comunità di Mondeggi, nonchè allo Statuto dell’APS Mondeggi Bene Comune – Fattoria Senza Padroni, essendo di questo parte fondamentale. In questo ambito il Progetto
Mo.T.A. consiste nell’assegnazione in custodia a singoli, nuclei familiari o libere associazioni di piccole porzioni di uliveta, di filari di vigna e di terreno ad uso ortivo, altrimenti in stato di completo abbandono, con il concreto obiettivo di creare e cementare una collettività che intenda il territorio e le risorse di Mondeggi come un bene comune. L’azione di cura e custodia dovrà essere attuata utilizzando le tecniche dell’agricoltura biologica e contadina, evitando l’impiego di fertilizzanti chimici, di diserbanti, pesticidi etc. Data la natura sociale del progetto, ogni intervento dovrà essere orientato non alla semplice resa produttiva, ma al mantenimento e cura del paesaggio e al miglioramento dell’equilibrio dell’ecosistema naturale e agricolo.
L’associazione realizza i propri scopi impegnandosi ad assicurare la cura degli olivi, della vigna e degli appezzamenti di orto in tutti i suoi aspetti e nei tempi agricoli necessari nel corso dell’anno, secondo un calendario e un programma di massima che verrà deciso collettivamente; che comunque non contempla la sola raccolta, ma anche la potatura (da effettuare con modalità meno invasive possibili), la ripulitura del terreno, lo smaltimento dei residui della potatura. Oltre alla cura e custodia del territorio e delle piante che vi insistono, il Progetto MoTA si pone anche i seguenti
obiettivi:
• promuovere corsi di formazione di olivicoltura e orticoltura, chiedendo la collaborazione a persone competenti in materia. In tal senso – per quanto riguarda l’oliveta – potranno essere specificati i tempi colturali (periodo di potatura, di pulizia ecc), le tecniche (medicazione dei tagli, ecc), gli scopi (obiettivo di cura non finalizzato solo della massima resa immediata)
• provvedere al decoro e cura estetica del territorio (eliminazione delle potature in tempi brevi, riparazione delle strade etc)
• sostenere e partecipare alle attività promosse dall’APS Mondeggi Bene Comune – Fattoria Senza Padroni per la cura e la custodia della Tenuta di Mondeggi.
ARCI Firenze
ARCI è una Associazione di Promozione Sociale che fonda le sue radici nella storia della mutualità e del solidarismo italiano e rappresenta la continuità storica e politica con l’Associazione Ricreativa Culturale Italiana delle origini, fondata a Firenze il 26 maggio 1957; opera, ancora oggi, attraverso l’attività di Associazioni, Circoli e Case del Popolo, per un totale di circa 5000 realtà in tutta Italia, per circa 1 milione di soci. Si riconosce nei valori democratici nati dalla lotta di liberazione contro il nazifascismo, valori che trovano piena affermazione nella Costituzione repubblicana. Si richiama, inoltre, alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e a tutte le Convenzioni ONU sui diritti sociali, culturali, delle donne, dei migranti. Opera in contesti locali, nazionali e internazionali per l’affermazione degli stessi; partecipa alla costruzione dello spazio pubblico democratico europeo. ARCI è organizzata su base territoriale e Arci Firenze è il più grande comitato italiano per numero di basi associative
affiliate: 240 circoli, case del popolo e associazioni culturali; circa 40.000 socie e soci nel territorio di riferimento (città di Firenze, Piana Fiorentina, Chianti Fiorentino, Valdisieve e Mugello).
Nel 2019 con l’adeguamento dello Statuto al Codice del Terzo Settore, D.Lgs 117/2017, la denominazione del comitato è Arci Firenze Aps. ARCI promuove, sostiene e tutela l’autorganizzazione delle persone in quanto pratica fondamentale di democrazia e concreta risposta ai bisogni delle comunità. È un’associazione partecipata dai cittadini, in cui ogni socio/a può concorrere in prima
persona ai processi decisionali, anche adottando sistemi di rappresentanza. Arci Firenze fornisce alle basi associative affiliate strumenti organizzativi, di programmazione, di coordinamento e di promozione delle attività. Promuove attività formative dovute per legge e per l’aggiornamento del gruppo dirigente diffuso. Fornisce servizi fiscali, amministrativi e di consulenza legislativa per i propri affiliati. Arci Firenze inoltre porta avanti progettualità finanziate e non finanziate in cui
realizza campagne, progetti e iniziative in molti ambiti: promozione della cultura e della creatività;
riconoscimento dei diritti; partecipazione democratica, solidarietà e cooperazione; sviluppo delle potenzialità delle donne; inclusione e coesione sociale; lotta contro ogni discriminazione; cultura della legalità; attività educative e formative; diritti dell’infanzia e adolescenza; protagonismo giovanile; tutela dei diritti delle persone anziane; convivenza civile e pari opportunità; antiproibizionismo; laicità; lotta al disagio, esclusione e razzismo; multiculturalità e diritti dei migranti;
promozione della pace; servizio civile; salvaguardia dell’ambiente; economia etica e sostenibile; diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Dal 2004 Arci Firenze collabora con Arci Toscana, Arci Nazionale, Libera alla realizzazione dei Campi della Legalità: campi di lavoro nei terreni confiscati alla mafia rivolti a giovani toscani. L’esperienza prevede la selezione, la formazione e la permanenza di dieci giorni nei campi delle ragazze e dei ragazzi, con la supervisione e il coordinamento di referenti dell’Associazione. Migliaia
di ragazzi hanno frequentato i campi e Arci Firenze ha selezionato, formato e coordinato oltre 400 ragazze/i. “Campi della Legalità” presso il Campo Liberarci dalle Spine, organizzato in collaborazione con Arci Sicilia e la Cooperativa Lavoro e Non Solo presso Corleone (Palermo), da maggio ad ottobre di ogni anno, e presso il Campo Suvignano #benecomune, campo in collaborazione con Arci Siena, Circolo Arci Vescovado di Murlo, Comune di Murlo. Vengono inoltre realizzati incontri informativi e formativi sui temi della legalità democratica e dell’antimafia sociale nei Circoli Arci, presso altri Enti e in Scuole Secondarie di primo e secondo grado di Firenze e provincia.
Dal 2003 presso la sede di Arci Firenze è attivo il Centro Studi e Documentazione sull’Associazionismo, che si propone l’obiettivo del recupero, della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico dell’associazionismo del nostro territorio, che è ricco di storia e varietà, documentate da un vasto patrimonio di materiali e documenti. Il centro studi nasce per tutelare questo prezioso materiale; ad oggi è stato effettuato l’inventario di 83 archivi di Case del Popolo della provincia di Firenze, sono state censite in totale 2068 buste di materiale, 699 registri, 4000 fotografie, di
cui 2000 digitalizzate e catalogate, oltre ad oggettistica varia. Inoltre, è stata redatta una bibliografia delle opere generali sia sulla storia dell’associazionismo generale, sia sulle opere prodotte dalle associazioni. Il Centro dispone di una biblioteca, formata in gran parte dalle opere prodotte dall’associazionismo e sulla storia del movimento associativo. Il materiale, previo appuntamento, è disponibile per essere visionato.
Dal 2002 Arci Firenze realizza in questo settore molteplici progetti. Sono infatti numerose e qualificate le esperienze nel campo dei servizi per l’accoglienza e l’integrazione dei cittadini stranieri realizzate anche in collaborazione con gli Enti Locali, dalla gestione di strutture di accoglienza alle attività di consulenza e orientamento, dalla promozione interculturale all’interpretariato, alla mediazione culturale e tutoraggio e accompagnamento al lavoro.
Nell’ambito della diffusione delle buone pratiche di accoglienza delle bambine e dei bambini nei circoli e nelle case del popolo, Arci Firenze promuove dal 2009 il bollino “bambini in circolo”. Il bollino è una certificazione rilasciata a tutti quei circoli ARCI che prestano una maggiore attenzione all’accoglienza dei bambini nell’organizzazione sia degli spazi, che delle attività relative al mondo dell’infanzia e dei ragazzi. Progetto finanziato da Arci Firenze.
Palazzina Exfila ARCI Firenze è titolare in collaborazione con il Consorzio Metropoli della convenzione con il Comune di Firenze per la gestione della palazzina Exfila, spazio polivalente dedicato ad attività educative e sociali, alla promozione e alla produzione culturale, al sostegno della creatività giovanile. Exfila ospita al proprio interno: uno degli studi di Novaradio – la radio comunitaria di Arci Firenze; il centro gioco educativo Verde Ranocchio gestito dalla Cooperativa Arca; la scuola di musica Officine Sonore Fiorentine; la sede fiorentina dell’associazione e organizzazione umanitaria internazionale MEDU – Medici per i Diritti Umani; l’associazione Bottega del Tempo che gestisce il bar favorendo l’inserimento di volontari con disagio mentale.
Arci ha promosso insieme a ANPI, CGIL e Anelli Mancanti il progetto Buono notte, un fondo per sostenere chi è stato escluso dal sistema dell’accoglienza per effetto del decreto Salvini, per offrire a persone straniere e italiane rimaste fuori dai sistemi di accoglienza la possibilità di dormire in strutture convenzionate (ostelli, case rifugio). È stato offerto un totale di 700 notti in ostello, grazie alla cifra raccolta di oltre ventimila euro. Il progetto iniziato nel 2019 continua ancora oggi gestito da ARCI Firenze. Arci Firenze è tra i promotori e aderisce alla rete ANG (accoglienza non governativa) insieme ad altre organizzazioni del territorio per la promozione sul nostro territorio di un’accoglienza dignitosa delle persone fragili, al fine di garantire loro uscita dalla povertà e autonomia abitativa e lavorativa.
I progetti hanno previso la costruzione di percorsi di accompagnamento e di educazione al lavoro, orientamento, erogazione di borse lavoro e tutoraggio volti all’inserimento o al reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati (persone fuori dal mercato del lavoro in condizioni di disagio con problemi di tossicodipendenze, di giustizia e altre forme di disagio). I servizi sono stati erogati in coordinamento con il Centro per l’Impiego di Firenze, SIASST, UEPE e altri servizi sociali del territorio della Provincia di Firenze. Periodo di riferimento 2011-2016. Capofila Caritas Firenze,
partner Associazione CIAO. Finanziato da Provincia di Firenze.
Arci Firenze, in collaborazione con ASL 10 Firenze, promuovono presso la propria struttura inserimenti socioterapeutici di persone con disagio psichico
Sono molte gli eventi realizzati da ARCI Firenze nell’ambito della promozione culturale. Tra i principali si ricordano alcuni: la manifestazione in occasione della Liberazione del 25 aprile in piazza Poggi a Firenze.
Novaradio Città Futura è la radio comunitaria di Arci Firenze, nata nel 1992, trasmette da allora sui 101.5 Mhz nell’area metropolitana fiorentina e dal 2009 anche sugli 87.8 Mhz per l’area del Mugello. Dalla primavera del 2007 fa parte della syndication della storica emittente romana Radio Città Futura ed è periodicamente partner di numerosi progetti Erasmus Plus dedicati alle radio
comunitarie dei Paesi europei. Megafono delle campagne e delle iniziative promosse da Arci, dai Circoli, dalla Case del Popolo e dal movimento associativo nel territorio fiorentino, slegata da pressioni di grandi editori e da logiche commerciali, Novaradio, negli oltre 30 anni di trasmissione, garantisce promozione di aggregazione, di ricerca e di inclusione sociale, sostiene la libera
informazione, le nuove tendenze culturali grazie al costante lavoro delle sue redazioni e, in virtù del proprio carattere comunitario, ha fatto sì che singoli e soggetti collettivi entrassero in contatto con il mondo della radiofonia e realizzassero propri format radiofonici originali.
Arci Firenze sostiene e promuove le pari opportunità tra uomo e donna e sostiene iniziative contro la violenza sulle donne e la promozione dei diritti LGBTI*. Molte sono le iniziative e campagne promosse e finanziate da Arci, di seguito ne citiamo alcune. Arci organizza proiezioni sul tema della violenza sulle donne, degli stereotipi di genere e dell’oggettivazione del corpo femminile, tra cui, con Libere Tutte Firenze, un ciclo di incontri nelle Case del Popolo sul tema del sessismo nei
media, con la proiezione del video documentario Il Corpo delle donne di Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù (2010). Ha partecipato alla mobilitazione nazionale e locale. Se non Ora Quando e alla campagna di guerrilla marketing: Indignate, Libere, Orgogliose (13 febbraio 2011).
Progetto Paas (Punti di Accesso Assistito) e Firenze WiFi Per superare il digital divide e ridurre l’analfabetismo digitale, Arci Firenze ha aderito alla rete PAAS promossa da Regione Toscana e Comune di Firenze.
ARCI Firenze promuove attività di solidarietà internazionale stabilendo rapporti paritari e orizzontali/win-win con i propri partner nel resto del mondo. Solo attraverso la reciproca conoscenza e il
mutuo rispetto potremmo cooperare realmente e progredire verso un mondo migliore. Le nostre attività in Italia e all’estero promuovono la solidarietà popolare, la diplomazia dei popoli, lo scambio di saperi, l’internazionalismo, la conoscenza culturale e l’appropriazione e rivendicazione dei diritti.
Arci Firenze promuove convenzioni, consulenze e servizi per la riduzione degli sprechi, per il riciclo e il riuso, per la sostenibilità e il risparmio energetico e a favore di consumi consapevoli, a basso impatto ambientale e nel rispetto dei produttori e dell’ambiente.
Arci Firenze è socia fondatrice dell’associazione Arci Servizio Civile Firenze che insieme a Legambiente e Uisp promuove, gestisce e sviluppa il Servizio civile Universale tra i giovani. Arci Firenze APS in partenariato con Arci Toscana negli ultimi due anni accoglie giovani nei progetti di Servizio Civile Universale: i progetti Territori Condivisi per il bando 2019 e 2021, con 4 posti di
volontario nel settore immigrazione con mansioni di affiancamento agli operatori degli sportelli informativi sull’immigrazione dell’area socio-sanitaria fiorentina sud est e nord ovest, con mansioni di accompagnamento degli ospiti di progetti di accoglienza SPRAR e con ruoli organizzativi nell’ambito delle iniziative interculturali curate da Arci Firenze sul territorio della provincia fiorentina e da Arci Toscana nell’ambito della settimana del Meeting Antirazzista di Cecina.
RETE SEMI RURALI ETS
Rete Semi Rurali (RSR) è un’associazione senza fini di lucro, che, in quanto Ente di Terzo Settore, è in attesa dell’approvazione della sua iscrizione, con personalità giuridica, al RUNTS – Registro Unico Nazionale di Terzo Settore. È un ente di rilievo nazionale con sede legale in Piazza Brunelleschi n. 8 a Scandicci (FI), dove oltre agli uffici, ospita la Casa delle sementi e la Biblioteca
dell’agro-biodiversità, unica in Italia. L’Associazione si è costituita nel 2007 e conta oggi con 33 soci, di diffusione nazionale, regionale e locale, che rappresentano il mondo agricolo su tutto il territorio italiano (isole comprese) di cui associazioni di agricoltori, imprese, società cooperative, ONG, distretti economici di economia solidale.
Rete Semi Rurali opera per favorire, sostenere, facilitare e promuovere la gestione collettiva e dinamica dell’agro-biodiversità attraverso:
A) le attività di ricerca partecipata e decentralizzata, ovvero insieme agli agricoltori e alla società civile, garantendone l’ampia diffusione dei risultati mediante l’informazione e la formazione, la pubblicazione, la divulgazione delle pratiche ed il trasferimento di conoscenze;
B) la conoscenza, il recupero, la coltivazione, l’allevamento, la produzione, la conservazione, lo
scambio, la ricerca, l’innovazione e la selezione e gestione partecipata, lo sviluppo, l’adattamento e la diffusione di varietà e razze localmente adattate che possano favorire l’incremento della agro-biodiversità;
C) la transizione della società verso modelli agricoli, alimentari, sociali, economici, agro-ecologici, come, ad esempio, l’agricoltura biologica e biodinamica, la permacoltura, l’agricoltura organica e rigenerativa e altre pratiche di agricolture alternative al modello convenzionale basato sulla chimica di sintesi;
D) le decisioni, i trattati, le norme e gli accordi nazionali e internazionali assunti in favore della transizione agroecologica, dell’agro-biodiversità e dell’agricoltura contadina e familiare. La Rete promuove, sostiene, facilita, organizza, svolge direttamente in forma esclusiva, associata o indiretta qualunque iniziativa o attività inerente al proprio scopo e coerente con i propri valori orientativi. A titolo esemplificativo e non esaustivo, nell’ambito delle proprie attività di interesse generale,
la Rete potrà realizzare:
• attività di ricerca in campo, con particolare attenzione al miglioramento genetico partecipativo;
• corsi di formazione, incontri, seminari, giornate di scambio e distribuzione semi e di altro materiale di propagazione;
• la realizzazione di eventi ed iniziative culturali, rivolte all’opinione pubblica ed alla cittadinanza, finalizzate alla diffusione dei valori e dei benefici e alla promozione delle caratteristiche della diversità biologica, colturale e culturale, dell’agro-ecologia e della sostenibilità ambientale, in opposizione a ciò che produce, sostiene e promuove erosione, degrado, monocoltura, espropriazione, privatizzazione e manipolazione genetica;
• Il dialogo, la cooperazione, lo scambio e la condivisione di pratiche, saperi, informazioni e iniziative tra quanti affermano i valori della biodiversità agricola, ed in modo particolare coinvolgendo agricoltori, uomini e donne, tecnici agricoli ed agronomi, ricercatori e docenti universitari, trasformatori e commercianti delle diverse filiere agricole, fino ai consumatori finali;
• la conoscenza e la messa in rete di esperienze già in atto, lo studio, e la divulgazione degli aspetti tecnici inerenti alla riproduzione in campo e la valorizzazione e gestione dinamica delle varietà e razze agricole;
• l’uso, la conservazione e l’attuazione di meccanismi che agevolino la gestione dinamica dell’agrobiodiversità attraverso il ripristino dei sistemi sementieri “informali”
• l’analisi degli aspetti legali che influiscono sull’uso della biodiversità agricola e dove possibile l’intervento in tali ambiti, tra cui l’implementazione dei diritti degli agricoltori enunciati negli artt. 6 e 9 del Trattato FAO e delle politiche di uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali, il coinvolgimento attivo e la formazione di agricoltori e tecnici;
• la continua interlocuzione con soggetti pubblici nazionali e internazionali (FAO, UE, MiPAAF, Università, Regioni, Enti regionali di sviluppo agricolo e forestale) responsabili dell’attuazione di programmi di ricerca e sviluppo e politiche agricole.
Le attività della RSR hanno da sempre riguardato l’analisi, il monitoraggio degli aspetti legali che
influiscono positivamente e negativamente sull’uso della biodiversità agricola, la loro divulgazione e dove possibile l’intervento in tali ambiti; la catalogazione e la diffusione e messa in rete di esperienze già in atto, lo studio, e la divulgazione degli aspetti tecnici inerenti la riproduzione in campo, valorizzazione e gestione dinamica delle varietà e razze agricole; l’analisi e la promozione dell’implementazione dei diritti degli agricoltori enunciati nell’art.9 del Trattato FAO e delle politiche di uso sostenibile (ambientale, economico e 2 sociale) delle risorse genetiche vegetali per
l’alimentazione e l’agricoltura (art.6 del Trattato FAO); l’indagine in campo sull’uso delle varietà locali, l’informazione, coinvolgimento attivo e formazione di agricoltori e tecnici; la continua interlocuzione con soggetti pubblici nazionali e internazionali (Regioni, Province, UE/DG Sanco, MiPAAF, FAO, Università) responsabili dell’attuazione di programmi di ricerca e sviluppo e politiche agricole. Consapevoli che la biodiversità agricola è un bene che per essere preservato deve essere gestito collettivamente, in maniera coordinata e organizzata attraverso l’attuazione di sistemi sementieri locali con molteplici attori, e non solo all’interno delle banche di germoplasma siano esse in situ e ex situ, l’attività guida della Rete Semi Rurali è comunque sempre stata quella del coinvolgimento degli agricoltori, attori primari nel mantenimento e gestione dinamica (in campo e nel tempo) della biodiversità agricola e di tutti gli attori delle filiere alimentari studiate, fino ai consumatori finali. Il coinvolgimento, in modo particolare degli agricoltori e agricoltrici, li ha visti
come utenti nella formazione e informazione, come attori privilegiati degli scambi a livello nazionale ed europeo di esperienze legate all’uso e valorizzazione della agrobiodiversità, formatori, co-attori nelle indagini di campo, attori preferenziali nell’analisi delle problematiche legate all’uso di varietà locali, soggetti attivi nell’individuazione di criticità e di soluzioni legate alle politiche sementiere e all’attuazione dei diritti degli agricoltori ed agricoltrici sulle sementi e nella costruzione condivisa di progettualità future.
3. Presenza in network a livello europeo e internazionale
RSR è inoltre molto attiva e connessa a livello europeo ed internazionale essendo presente nella vita associativa di tre network:
1. Il Coordinamento Europeo Liberiamo la Diversità (EC-LLD) dalla versione inglese European Coordination Let’s Liberate Diversity! è una organizzazione internazionale no-profit creata nel 2012 con l’obiettivo di coordinare le posizioni e le attività delle reti nazionali e degli altri membri per favorire, sviluppare e promuovere la gestione dinamica della biodiversità nelle aziende agricole e negli orti familiari. Nel 2022 riunisce organizzazioni di 20 paesi europei. EC-LLD trae origine e ispirazione dall’incontro annuale dei movimenti europei sulla agrobiodiversità noti con il titolo di “Forum Liberiamo La Diversità!”. La prima edizione dell’incontro ebbe luogo nel 2005 a Poitier in Francia. Da allora gli incontri LLD sono divenuti abituali e sono stati organizzati ogni anno in un differente paese europeo. Il secondo fu ospitato in Spagna (2006), seguito dalle edizioni svoltesi in Germania (2007), Italia (2008), Austria (2010), Ungheria (2011) Scozia (2012) Zurigo (2014), Francia 3 (2019), On-line (2020), Ungheria (2022).
2. The European Consortium for Organic Plant Breeding – ECO-PB. Il consorzio è stato fondato nel 2001 con gli obiettivi di costituire un luogo di discussione e scambio di conoscenza ed esperienze, avviare e supportare programmi di selezione e miglioramento per l’agricoltura biologica.
3. La coalizione mondiale per le sementi open source Global Coalition of Open Source Seed Initiatives (GOSSI), è una coalizione internazionale di organizzazioni e singoli agricoltori, seed savers, breeder e attivisti che lavorano per assicurare un accesso libero e duraturo alle sementi. La visione di GOSSI è per un mondo in cui tutte le sementi siano accessibili liberamente per essere
utilizzate, riprodotte e migliorate da chiunque. A questo scopo, GOSSI supporta reti di breeders, compagnie sementiere e agricoltori dedicati a sviluppare, condividere e distribuire sementi che non siano limitate da privative vegetali. I principi guida di GOSSI sono:
– ognuno può usare liberamente i semi “open source”: coltivandoli, propagandoli e sviluppandoli in nuove varietà attraverso il breeding
– chi riceve semi “open source” non può appropriarsene o limitare l’accesso alla progenie tramite privativa vegetale o altre forme di proprietà intellettuale
– chi riceve semi “open source” deve assegnare le stesse regole alle sementi quando le diffonde
– il breeder di varietà “open source” deve sempre essere riconosciuto e accreditato per il suo lavoro i benefici devono essere distribuiti equamente lungo tutta la filiera.
4. Progetti e Collaborazioni La RSR collabora dal 2008, come unico rappresentante della società civile, con il MiPAAF per l’attuazione dei “Programmi per la conservazione, caratterizzazione, uso e valorizzazione delle risorse genetiche vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura”, che rientrano nel programma nazionale di 4 implementazione del Trattato FAO ratificato con la L.N. n°101 del 6 aprile del 2004. Solide e strutturate sono le collaborazioni con le Università di Agraria di Pisa,
Firenze, Milano così come sono particolarmente frequenti i momenti di confronto con gli enti regionali di sviluppo agricolo-rurale del Lazio, Marche, Toscana, Emilia Romagna, Veneto etc., con soggetti politici internazionali come Bioversity International (Ex-IPGRI) ed il Segretariato e l’Organo Direttivo del Trattato FAO e numerose strutture di ricerca italiane quanto internazionali (CREA, INRA ect..) Fondamentali ed indispensabili sono le azioni di divulgazione, realizzate nei diversi territori in Italia, che coinvolgono tanto gli agricoltori e gli attori delle filiere agricole, trasformatori,
distributori e commercianti, quanto i consumatori finali e l’opinione pubblica tutta, interessata alla salute, alla salubrità del cibo e alla sicurezza alimentare. RSR opera sia nell’ambito dei programmi di ricerca finanziati dalla Commissione europea (sesto e settimo Programma Quadro, H2020) e da Istituzioni pubbliche, come su iniziative finanziate da privati (Fondazioni ed altri finanziatori). I progetti di ricerca sono strumenti ed occasione tanto per la sperimentazione e validazione di tecniche e pratiche agronomiche quanto per la loro condivisione e messa a disposizione del mondo agricolo e delle filiere alimentari. I progetti e le relative attività sono finalizzati alla costruzione di una gestione collettiva dell’agro biodiversità, che tenga conto degli effetti dei cambiamenti climatici e delle relative cause legate perlopiù ad un modello produttivo e colturale aggressivo ed estrattivo. Di particolare rilevanza, sui territori e nel rapporto con la cittadinanza e con agricoltori, uomini e donne, è la campagna dal titolo Coltiviamo la Diversità! che RSR organizza ogni anno e che prevede:
• Collezione vivente di cereali: allestimento di parcelle di moltiplicazione e di campi sperimentali;
• Un mese di cereali: un mese di incontri in azienda tra maggio e giugno, a cui partecipano attori delle filiere alimentari come consumatori;
• Filigrane: incontri nazionali o regionali dedicati ai progetti di nuove filiere alimentari;
• Casa della Semente (a Scandicci) e Campagna di semina: l’organizzazione ed il mantenimento di una collezione di varietà locali e popolazioni evolutive di varie specie e la loro distribuzione a novembre a scopo di ricerca e/o sperimentazione oppure hobbistico di piccole quantità di seme
• tramite l’Accordo di Trasferimento Materiale così come definito nell’ambito del Trattato FAO – a chi ne fa richiesta. Tra i progetti, portati avanti con fondi propri e che si stanno realizzando nel territorio di Scandicci è importante ricordare: Il progetto Casa dell’Agrobiodiversità a Scandicci, in Piazza Brunelleschi 8, pretende ovviare alla perdita di agro-biodiversità e favorire, allo stesso tempo, accesso alle sementi adattate alle condizioni locali non reperibli sul mercato. La produzione del seme avviene presso gli agricoltori e la Casa delle Sementi ospita 5 uno spazio destinato al ricevimento, pulizia, stoccaggio e conservazione fino alla distribuzione dei semi. Nella Casa delle sementi, infine, vi è anche uno spazio fondamentale per la realizzazione di attività divulgative e formative. La Rete Semi Rurali, in ATS con numerose organizzazioni (Seed Vicious, SOT,
Eticamente, La Fierucola, Cooperativa il Giglio del Campo, Terra e la Cooperativa Barberi) ha recentemente vinto, con il progetto “Gli orti della diversità”, la concessione da parte del Comune di Scandicci, del Complesso orti urbani di Via Masaccio, il cui obiettivo specifico è promuovere la diversità nella produzione orticola e negli spazi ed occasioni di aggregazione sociale e di scambio culturale, presso il Complesso di orti urbani di Via Masaccio a Scandicci.
APS POPULAR
Aps Popular nasce da studenti di scienze dell’Educazione dell’Università di Firenze negli ultimi anni ‘90, che si impegnarono in progetti di utilità sociale nella città sia mentre studiavano che dopo aver finito gli studi. Trovarono una sede in Via Rocca Tedalda assegnata dal demanio pubblico e da lì progettarono e attuarono interventi sui giovani e sul quartiere delle case minime in cui si erano inseriti. Molti i progetti educativi e informativi sulla popolazione e sui giovani, sia in autofinanziamento tramite cene e concerti di solidarietà, sia tramite fondi del Cesvot, del Comunue e della Provincia di Firenze. Importante fu l’intervento con ACU (associazione consumatori utenti) che ci portò ad organizzare i giochi per la Festa del Verde Coniglio alle Cascine con tutte le scuole elementari ed i servizi mensa sul tema del Mangiare Sano. Successivamente una forte campagna
contro l’utilizzo indiscriminato degli stupefacenti nei quartieri periferici di Firenze e soprattutto alle Case Minime di Via Rocca Tedalda con l’ausilio di artigiani e artisti che crearono delle biciclette a tre ruote molto sceniche e che attiravano l’attenzione dei destinatari dell’intervento. Dopo un periodo di stasi e di ripensamento dell’intervento si decise di spostare la sede nel territorio di Bagno a Ripoli in cui risiedono la maggior parte dei soci. Da qui lo spostamento principale sui temi
dell’Agricoltura Sociale viste le esigenze e la vocazione agricola del territorio. Mai però si è perso lo stimolo al dibattito culturale, pedagogico, informativo, democratico tanto che nel tempo non sono mai mancate le iniziative di incontro con la popolazione sui più svariati temi: dalla condizione della donna, ai temi internazionali come la Palestina, alla presentazione di libri. Possiamo quindi
oggi affermare che si è costruita una rete stabile in cui Popular prosegue nella sua missione. L’attività è svolta quasi esclusivamente nel comune di Bagno a Ripoli (Fi) e possiamo contare su una sede presso l’abitazione del Presidente nonché presso i locali della Fratellanza Popolare e della Casa del Popolo di Grassina. L’attività principale svolta nell’ultimo periodo è relativa all’agricoltura sociale, sviluppando rapporti con il Centro di Salute Mentale ed il Serd di zona, l’Associazione
dei familiari per la salute mentale di zona (RUNE), la Fratellanza Popolare di Grassina e la Croce d’Oro di Ponte a Ema, le Aziende Agricole del territorio, l’amministrazione comunale di Bagno a Ripoli. L’attività principale è cercare di garantire l’inserimento socioterapeutico di alcune persone con disabilità psichiatrica e\o sociale (invii dal Csm di Bagno a Ripoli e dal Comune di Firenze), ma portiamo avanti anche un impegno culturale e sociale in senso più ampio partecipando in passato ad eventi come le Ronde della Solidarietà a Firenze e promuovendo incontri su temi di
carattere internazionale. Attualmente forniamo sostegno alle attività agricole di Bagno a Ripoli intenzionate a fare agricoltura sociale, approfondendo anche i rapporti con il collocamento mirato e con la Provincia di Firenze in vista di tirocini formativi in ambito agricolo. In questo senso è importantissima la creazione di una rete tale da sviluppare un grembo sociale che fornisca aiuti e scambi fra gli associati e le persone destinatarie dell’intervento sociosanitario. È il caso della sinergia tra Fratellanza Popolare di Grassina e l’Associazione di Promozione Sociale “Popular – Associazione di Solidarietà e Cultura”. L’ospitalità nei locali della FP nei confronti dell’associazione Popular è un concreto aiuto allo sviluppo di progetti dedicati a persone con disagio
psichico, ex-tossicodipendenza, disagio sociale. L’offerta è in termini di inserimenti formativi e lavorativi nell’ambito agricolo, con in particolare la preziosa presenza di un tutor qualificato che segue in campo le persone nel loro percorso, con una progettualità coinvolgente i vari soggetti e realtà ( famiglia, servizi socio-sanitari, associazioni, volontari…) che, in una rete virtuosa, possano sostenere il miglioramento della qualità di vita dei destinatari dei progetti di agricoltura sociale (Progetto”Grandi Zolle” finanziato dall’allora provincia nel 2015 e finito nel 2017 in epoca di Area
Metropolitana – Progetto Aster 2019\2023). Popular, similmente alla Fratellanza Popolare, offre in questo modo delle risposte personalizzate in termini di servizi alla persona, nel territorio in cui si è sviluppata, valorizzandolo e con in più l’opportunità di cogliere e gustare i prodotti delle nostre terre, il tutto a Km0. La pratica del Km0 viene attuata da Popular anche per il lavoro in campo: gli ortaggi sono coltivati in zona e, in caso di pioggia: lezioni teoriche su tecniche agricole, presso la sede della Fratellanza. Infatti, grazie ad una felice collaborazione tra Popular e Aziende Agricole
locali (Mulino, Talea, Morelli), olio, ortaggi e altri prodotti sono venduti in occasione dei mercati e si sta sempre più allargando una Rete di Agricoltura Sociale per il Centro Toscana con la partecipazione di varie aziende, associazioni, cooperative, servizi, Popular nella sua storia ha offerto anche uscite di socializzazione ed esperienze culturali per disabili, ma il terreno dell’agricoltura sociale è il più consono visti i continui contatti con le aziende agricole, le attività in proprio, l’attività con i ciuchini, il supporto ai cittadini e ad altre associazioni. L’associazione al suo interno (oltre ad educatori professionali, psicoterapeuti-psicomotricisti, contadini, artisti…) ha visto musicoterapisti disponibili ad attivare percorsi espressivo-pittorici e di musica, anche dedicati alla disabilità, perché la pratica dell’accoglienza e della cura valorizzazione del territorio siano sempre
più un Bene Comune. Grandi zolle come progetto sono servite da volano per rendere autonome le aziende che intendono attivare o proseguire percorsi di agricoltura sociale. Oggi il progetto Aster può essere considerato una sua degna prosecuzione. Pertanto, dai tutor verranno svolte mansione di formazione agricola, con modalità (tempi, resa, sforzi) non assimilabili a quelle di un operaio agricolo. Per lo stesso motivo gli strumenti utilizzati saranno esclusivamente meccanici e senza motore: zappe, pale, forbici, rastrelli, martelli, pinze etc… Tali mansioni potranno essere:
pulizia e gestione dei pollai, cura delle piantagioni orticole a campo aperto (con diserbo a mano, trapianto e semine, raccolta dei prodotti, potatura delle piantine), cura delle piantagioni in serra (con medesime attività), vendita diretta in azienda dei prodotti orticoli, confezionamento degli stessi per la vendita. Nel 2020\2022 siamo stati impegnati nel progetto ASTER con Asl Sud Est, Serd di zona, Psichiatria su bando e finanziamento del POR 2020. La Scuola di Musica lì presente e l’Associazione Cambiamusica che gestisce l’Estate Insieme al parco dell’Anconella. La rete col
territorio non ci ha visto estranei al confronto con la Comunità di Mondeggi Bene Comune che riteniamo a vario titolo essere una importantissima risorsa per il territorio. La proposta che abbiamo fatto quella di una residenza per tutti coloro che hanno un disagio e che possono avere bisogno di un aiuto non solo abitativo, ma anche di supporto nella ricerca del benessere e di un lavoro in ambito agricolo. Questo ci pone in connessione con i servizi del territorio e la comunità locale.
SOLIDARIUS ITALIA
Solidarius Italia, fondata nel 2009 da 7 soci/e, ha natura giuridica di s.a.s. (società di persone), è divenuta impresa sociale nel 2015, ha adeguato il proprio atto costitutivo nel 2018 per adempiere alla normativa recente sul terzo settore ed è iscritta al RUNTS dal 21 marzo 2022 con il Codice 10624301007. È una microimpresa sociale di economia solidale che opera – con modalità non for profit e all’insegna dei principi di sostenibilità sociale ed ambientale, oltre che economica – nei campi della formazione, progettazione partecipata e comunicazione sociale per accompagnare attori economici e sociali alla creazione di filiere e reti collaborative e di comunità economiche solidali. Nodo italiano della Rete Internazionale Solidarius, è anche co-fondatrice della sezione europea di RIPESS (Rete Intercontinentale di Economia Sociale Solidale) e della RIES (Rete Italiana di Economia Solidale). L’azione di Solidarius si sviluppa sia attraverso l’elaborazione teorica
sia in percorsi di sperimentazione pratica anche attraverso la partecipazione a progetti europei di scambio e formazione con associazioni, enti di terzo settore e istituzioni locali (Erasmus+ e COSME) sui temi del rapporto tra formazione professionale ed economia solidale, della cooperazione territoriale in campo culturale, della sostenibilità ambientale nella realizzazione di filiere corte agro-alimentari. In alcune regioni italiane (Lazio – Roma; Lombardia – Bergamo, Como; Liguria – La Spezia; Toscana – Firenze, Massa Carrara) ha realizzato e sta realizzando progetti anche stringendo accordi di collaborazione e partenariato – con istituzioni locali, scuole, università, fondazioni e centri di ricerca, altri ETS per accompagnare formatori, docenti e studenti, imprese, reti, gruppi informali e organizzazioni in percorsi di costruzione e di progettazione e realizzazione disviluppo locale in una logica di cooperazione territoriale e coesione sociale. Proprio a questa visione sono legati un’attenzione e un impegno specifici allo sviluppo di cooperative di comunità
come forma di impresa capace di creare economia in risposta ai bisogni delle comunità, di creare lavoro decente e dignitoso, di valorizzare territori e culture spesso dimenticati. Ha un’attività editoriale in partenariato con case editrici (EMI, Pioda Imaging, Altreconomia) con le quali ha realizzato la traduzione di libri di autori legati alle reti internazionali e ha contribuito con la scrittura di propri saggi. Ha inoltre realizzato una propria pubblicazione (Solidarius, Utopia in cantiere – Economia solidale nuova economia politica, Pioda Imaging, Roma, novembre 2018).
WWOOF ITALIA APS
Associazione che fa parte del movimento mondiale WWOOF organizzato dal 2013 nella Federation of WWOOF Organisations (FoWO). Nella sua autonomia organizzativa, grazie alla quale si è data anche delle caratteristiche proprie, non è solo fornitore di un servizio (di alto valore sociale) ma anche promotrice di una serie di attività che supportano i soci nel mettersi in rete, tanto
all’interno dell’associazione stessa quanto sui territori di riferimento. Ha una base sociale formata mediamente da ca 5000 soci, di cui 7-800 ospitanti (host), la maggior parte viaggiatori (wwoofer) ed alcuni ordinari che animano le attività associative senza prender parte alle esperienze di vita rurale. Il consiglio direttivo e lo staff si occupano della organizzazione e della gestione mentre i
circa 40 coordinatori locali visitano gli aspiranti host quando fanno richiesta di iscrizione e si propongono, quando possibile, come animatori territoriali delle relazioni fra soci.
Pilastro dell’associazione è la sua visione che viene sintetizzata nella frase “ Condividere la quotidianità rurale alla ricerca di stili di vita in armonia con la natura”.
Il consiglio gestisce decisioni per lo più operative e gestionali che vengono prese ufficialmente a maggioranza ma nel concreto se non c’è consenso non si prosegue nei lavori. L’indirizzo politico è dell’assemblea: i coordinatori esprimono una posizione intermedia con il metodo del consenso prima del voto assembleare.
Pur cercando di rimanere più partecipativa ed orizzontale possibile, l’associazione ha una forma per cui può diventare difficile sostenere processi decisionali che possono essere complessi. Le decisioni sostanziali vengono portate all’assemblea dei soci e lì votate a maggioranza (solamente le decisioni inderogabili): per quanto riguarda decisioni importanti ma derogabili quando non si raggiunge un consenso la decisione viene procrastinata.
A livello basico, l’associazione di per sé gestisce un servizio, mentre i soci host racchiudono una ricca variabilità di pratiche “alla ricerca di stili di vita in armonia con la natura” e si pongono come “centri educativi”. Molti soci partecipano ad altri movimenti e/o associazioni come RIES, RIVE, ecc per proprio conto.
1. supporta i soci nel fare rete tra loro e anche con altri soggetti / attori del territorio fornendo consulenze specifiche (es rete d’impresa, o supporto informativo su emergenze);
2. sostiene progetti di soci o di altre realtà, anche economicamente;
3. cerca soprattutto di fare da ponte tra soggetti che hanno qualcosa in comune;
4. sostiene la vita associativa (per quanto possibile in una realtà dislocata su tutto il territorio nazionale) organizzando due assemblee dei soci all’anno con apertura dei lavori il giovedì pomeriggio e chiusura la domenica mattina) e stimolando gli incontri locali laddove i coordinatori sono in grado di farsene carico.
5. Le assemblee sono state nel tempo condotte da facilitatrici esterne, in un’ottica di autoformazione; ad oggi le riunioni di coordinamento sono condotte (non facilitate) internamente mentre le assemblee sono facilitate per cercare di supplire alla difficoltà nell’esercitare il metodo del consenso.
6. Le riunioni più importanti e programmabili del consiglio sono aperte a tutti i soci: a volte viene
richiesta esplicitamente la presenza di membri esterni al consiglio (consiglio allargato).
7. Generalmente in previsione del rinnovo del consiglio o in fase di particolari evoluzioni nelle relazioni associative, vengono organizzate riunioni di più giorni per fare il punto e parlare della visione e della missione, a cui sono invitati tutti i soci, in particolare i coordinatori.